In questo articolo, specializzato per il mondo dei negozi, parliamo di:

Buona lettura!

In questo articolo parliamo delle tasse da pagare per diffondere la musica in negozio e che strumenti alternative sono disponibili nel mercato.

 

 

1. Musica in negozio tasse da pagare: SIAE, SCF & Co

La diffusione musicale all’interno del tuo negozio, ti obbliga al pagamento degli emolumenti (compensi per prestazione professionale), direttamente:

  1. alla S.I.A.E ( Società Italiana Autori ed Editori) per la difesa del diritto d’autore
  2. alla S.C.F (Società Consortile dei Fonografici) per i diritti connessi.
  3. e con il 2018 ne sono arrivate altre di cui ancora non abbiamo dati precisi da fornire, come lea e itsright, anch’esse si occupano dei diritti connessi.

Queste sono tutte società che vanno pagate, ed è obbligatorio perchè c’è chi ha svolto un lavoro, ovvero i musicisti e i cantanti delle musiche che vuoi usare.

Chiariamo subito un concetto.

Non vanno usati servizi musicali in streaming tipo Deezer o Spotify o simili. Non esistono licenze “premium” che ti permettono di trasmettere la musica per fini commerciali. Guarda bene le loro condizioni di vendita.

Non c’è alcuna differenza tra chi trasmette nel suo negozio una radio comune o un cd. I negozi che diffondono musica devono pagare.

Invece sul “quanto pagare” dipende da diversi fattori che adesso vediamo insieme.

Quanto pagare per mettere la musica in negozio?

Innanzi tutto entrambe le società (SIAE, SCF) calcolano gli importi non solo in base alla categoria merceologica, ma soprattutto in base ad alcune caratteristiche del tuo negozio, vediamole:

  1. L’area di vendita espressa in mq (metri quadri). Maggiore è l’area di vendita e maggiore sarà il costo da corrispondere annualmente.
  2. Apparecchi (sorgenti) atti alla riproduzione della musica (Radio, TV, CD, Radio in store, Video in store). Si calcola un costo in base al tipo di sorgente, e l’importo sarà direttamente proporzionale all’area. Ad esempio, avere una Radio e una Tv accese contemporaneamente, costerà di più in un negozio di 200 mq rispetto ad un negozio di 100. Naturalmente il costo sarà ancora maggiore se il televisore è più grande di 37” nel caso di SCF, e di 40” nel caso di SIAE.
  3. Il numero dei diffusori (casse audio).

Anche il numero di diffusori incide significativamente sul costo annuale. Spesso consiglio ai negozianti di posizionare pochi diffusori in modo che la musica raggiunga tutti. Si si, proprio così, infatti non è affatto vero che più casse audio suonino meglio!

 

 

Tabelle con le tariffe SIAE (del 2016)

Prendiamo come esempio questa tabella trovi le tariffe che SIAE applica per i negozianti nel 2016. Sono molto utili e ti aiuteranno a stimare i costi che dovrai sostenere annualmente:

musica-in-negozio-siae-tasse

Facciamo un esempio.

Supponiamo tu abbia dunque un negozio di 188 mq, un televisore 42” e 7 altoparlanti.

In questo caso il tuo negozio è alla terza riga, tra i 101 e i 200 mq.
Il tuo televisore costerà 190 € l’anno, ma siccome supera i 40”, dovrai raddoppiare l’importo e aggiungere al totale il 10% relativamente al numero dei diffusori.

 

 

Tabella tariffe SCF (del 2016)

Nel caso di SCF oltre a guardare la tabella, ti sarà utile chiederti se la musica che diffonderai risiede in una pen drive, su dvd o cd masterizzati, su un pc, hd esterni o lettori mp3.

In quel caso stai diffondendo musica “copiata” (copia tecnica) e dovrai corrispondere il 50% in più sul totale. In questa tabella trovi le tariffe che SCF applica per i negozianti.

musica-in-negozio

Le tariffe riportate in tabella si basano sul mezzo di diffusione utilizzato per la diffusione di fonogrammi e videomusicali e saranno applicate per un massimo di 2 casse audio e/o 1 Tv con schermo fino a 37 pollici.

Oltre questi valori saranno applicate le seguenti maggiorazioni:

+ 10% per ogni diffusore (cassa audio/altoparlante) oltre il secondo;
+ 10% per ogni tv e/o monitor fino a 37 pollici oltre il primo;
+ € 10,00 per ogni tv e/o monitor > di 37 pollici a partire dal primo.

Rientrano nella definizione di altro apparecchio, a titolo esemplificativo, i lettori audio/video compatti, i PC, gli smartphone, i lettori CD/DVD etc.. (fonte scfitalia.it)

 

 

Come ottenere degli sconti sulla la musica in negozio?

Realtà SIAE – SCF hanno stipulato convenzioni con alcune istituzioni e associazioni. Nel tuo caso questi sono gli enti e le associazioni convenzionate che puoi contattare per avere maggiori informazioni:

Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Confcommercio, Fipe – Confesercenti, FIEPET, CNA, Casartigiani, Confcooperative, Federmoda e Federdistribuzione, Confartigianato, Federfarma. Potrai contattare questi enti per maggiori informazioni.

 

 

2. Musica in negozio senza Siae, Sfc & Co

Sicuramente avrai fatto molte ricerche su questo argomento e ti sarà capitato di leggere in giro di negozianti che utilizzano alcuni metodi per NON pagare la S.I.A.E e la S.F.C.

Questo è possibile se trasmetti nel tuo negozio musica “sconosciuta” (musica Creative Common o Copyleft) che ti permetta di evitare il pagamento di queste tasse, perchè non sono coperte dai diritti d’autore.

Esistono delle società alternative, con le quali alcuni artisti stipulano dei contratti di tutela per le proprie opere musicali e tu paghi alla società la licenza.

Una di queste è:

 

 

Jamendo: l’alternativa per diffondere musica in negozio

Jamendo, a mio parere è il music provider Creative Common di maggior successo. Offre un catalogo musicale di oltre 200.000 brani musicali suddivisi in altrettanti generi.

Stipulare una licenza per la diffusione in store dal loro catalogo ha dei vantaggi e degli svantaggi, vediamone alcuni:

Svantaggi:

  • Uno svantaggio potrebbe essere che a volte i brani musicali a disposizione sono composti ed eseguiti da artisti (ahimé) di dubbio talento; ti consiglio pertanto di ascoltare più volte ciascun brano e capire se la qualità d’esecuzione, piuttosto che l’arrangiamento o il missaggio siano sufficientemente di qualità.
  • Avendo delle collezioni di brani standard, la musica deve andare bene per tutti e nessuno. Quindi non avrai una playlist perfetta per il tuo negozio. Leggi l’articolo su come scegliere la musica adatta al to negozio >

Vantaggi:

  • Un vantaggio potrebbe essere il costo contenuto per singola licenza, che va dai circa 95 € annui per negozio entro i 100mq, nel dettaglio puoi consultare i prezzi da qui: musica per negozi con Jamendo >
  • Già grandi aziende nel mondo diffondono musica di questo tipo e con successo. Come? Delegano la scelta di quali brani usare ai Music Provider, ovvero ai professionisti come me che si occupa di creare la shop radio in modo da avere i brani addatti al negozio.

Alla prossima,

Daniele Diez
esperto in strategie musicali
Shopradio | Soluzioni Radiofoniche

  • Colori, colori e sempre più colori! 🌈
Ok, ma qual è il tuo Tiffany? Aspetta, ti spiego.

Le vetrine, i prodotti, le grafiche social… se ci pensi i colori sono un aspetto importante quando parliamo di comunicazione e ovviamente sono presenti ovunque (l’hai notato vero? 😅).

Ma allora perché sono così sottovalutati? Perché si scelgono a cuor leggero senza studiarne le reali conseguenze?

La logica dovrebbe essere chiara: i colori hanno un impatto diretto sulle tue comunicazioni e le comunicazioni influenzano i tuoi risultati.

Ovviamente questa è una semplificazione, ma funziona.

E se è vero che i colori impattano sulla percezione di vetrine, prodotti, grafiche… che conseguenze potrebbe avere sul tuo negozio se anche tu scegliessi un tuo *potente* colore identificativo?

Proprio come il famoso caso di “Tiffany”.💚

Guarda che la stessa cosa puoi farla tu… puoi scegliere il TUO “Tiffany”! Un colore univoco, appunto che senti “tuo”, immediatamente associato dai tuoi clienti alla *tua* attività.

Hai già il tuo “Tiffany”?
Dai, faccelo sapere nei commenti e se non ce l’hai… dicci quale vorresti o quale pensi sia il più adatto per il tuo negozio! 😁

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    Qualche giorno fa sono entrato in un negozio LEGO 🧱 e sono uscito da lì che ero iscritto al loro database, di mia spontanea volontà! 🤩
Il modo in cui è successo ve lo racconto subito.

Il commesso non mi ha PREGATO, non è stato minimamente insistente: mi ha semplicemente INVOGLIATO. Con entusiasmo mi ha raccontato delle iniziative uniche legate all’essere iscritto, gli eventi, i vari vantaggi… che motivo avevo di dire no? 😊

Questo è quello che dev’essere anche il *tuo* approccio. Non vendere, ma *offrire*, dare dei buoni motivi ai clienti per iscriversi, interagire, interessarsi a ciò che fai.

Ovviamente questo approccio non funzionerà sempre.❗
Magari su dieci persone a cui parlerai con entusiasmo, si iscriveranno solo tre, ma il tuo obiettivo è MASSIMIZZARE il risultato.

Meglio dieci persone davvero interessate a ciò che fai e dici, che cento iscritte con una email e un telefono finti solo per andarsene velocemente! 😅

Hai dei metodi sicuri o simpatici che usi? Se sì, perché non ce lo racconti qui nei commenti? Magari ci iscriviamo anche noi! 😉

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